Il Colore dell’ Astoria (quarta parte)

Teodosio: Pff seh, chiamalo impero un’ organizzazione priva di una struttura statale, formata da popoli diversi ma tutti di cultura nomade.

Attila: Non dimenticare che nel 447 sono giunto a minacciare Costantinopoli e la Gallia.

Teodosio: E tu non dimenticare che nel 451 sei stato sconfitto dal generale Ezio ai Campi Catalaunici.

Attila: Ma la sconfitta non impedì che l’ anno dopo invadessi l’ Italia. Devastai Aquileia e la Pianura Padana…

Teodosio: …ma non arrivasti mai né a Ravenna, né a Roma. Ti bastò l’ incontro con papa Leone I per decidere finalmente di ritirarti.

Presentatore: D’ accordo, d’ accordo, basta così. Infine, per concludere, ascoltiamo cos’ ha da dirci il più importante storiografo del mondo antico…Arnaldo Momigliano!

Momigliano: Arnaldo Dante Aronne Momigliano, per la precisione. 

Presentatore: Ok, ci dica qualcosa di lei.

Momigliano: Io sono nato a Caraglio, in provincia di Cuneo, il 5 settembre 1908, da una famiglia di ebrei piemontesi. Tra i fratelli del nonno Donato c’ era Marco Momigliano che, come rabbino maggiore, aveva riorganizzato nel 1866 la comunità di Bologna e fu autore di “Autobiografia di un rabbino italiano”. Mi sono laureato nel 1929 e nel 1936 ho ottenuto una cattedra all’ università di Torino. Purtroppo il mio insegnamento a Torino durò meno di due anni a causa della “dispensa del servizio”, ossia l’ esclusione degli ebrei dalla vita pubblica.  Questa procedura si è attuata nel 1938.

Presentatore: Lei ha scritto che l’ impero romano cadde “senza rumore”. Cosa intende dire?

Momigliano: Fra i contemporanei non si levò alcuna voce per piangere la fine dell’ impero. Roma non era stata saccheggiata, l’ imperatore non era stato ucciso, i problemi non erano cambiati rispetto agli ultimi decenni, le strutture amministrative romane continuavano ad esistere. L’ impero, anche dopo il trasferimento delle insegne a Costantinopoli, continuò a chiamarsi “romano”. Gli abitanti della parte orientale dell’ impero si consideravano a tutti gli effetti Romani, anche se si chiamavano, alla greca, ρομάιοι.

Presentatore: A quali cause può essere attribuita la crisi dell’ impero? 

Momigliano: Gli antichi attribuirono la crisi dell’ impero a due ordini di cause: l’ avanzata dei barbari portatori di devastazione o la diffusione del cristianesimo, che aveva cancellato la tradizione guerriera di Roma. Il crollo dell’ impero derivò, in realtà, da un complesso di cause. Vi furono cause economiche e sociali, come la crisi del modello di produzione schiavistico, il calo demografico e lo spopolamento delle campagne, la crisi delle città, l’ estrema disuguaglianza economica e sociale, l’ oppressione burocratica e fiscale insostenibile che causò rivolte endemiche. Vi furono anche cause militari, come la progressiva germanizzazione dell’ esercito, le lotte intestine e l’ impossibilità di trovare le risorse per difendere un confine troppo lungo. Tra le cause vi furono certamente anche la pressione delle popolazioni barbariche e la devastazione delle invasioni.

Presentatore: Grazie. Per questa sera abbiamo finito, saluto gli ospiti e lascio a voi le conclusioni. Come disse il grande Alessandro Manzoni: “Fu vera gloria? Ai posteri l’ ardua sentenza”!

 

Il Colore dell’ Astoria (terza parte)

Presentatore: E BASTA! SMETTETELA! SILENZIOOOO!!!!

Bene, adesso lo storico Orienzio ci parlerà delle invasioni-migrazioni del V secolo. Innanzitutto, una piccola nota sulla sua vita…

Orienzio: Beh, tutto quello che posso dire è che sono di origine gallica, sono stato vescovo in Aquitania Meridionale e poeta. Inoltre, non per vantarmi ma (con aria di superficialità) la Chiesa cattolica mi ha addirittura fatto santo….

Eusebio e Marcellino: (all’unisono) TI STAI VANTANDO!

Presentatore: SHHHH!!!!

Orienzio: …e vengo festeggiato il primo maggio. (guarda i due stizzito)

Presentatore: Non badi a loro, Orienzio, li lasci perdere. Piuttosto, un accenno al suo poema?

Orienzio: Sotto il mio nome è tramandata un’ elegia, ovvero un canto di lamento, di 1036 versi divisi in due libri di misura disuguale, conosciuta con il titolo di “Commonitorium Fidelium”. La mia intenzione è quella di rievocare il clima di terrore provocato dall’invasione dei barbari intorno al 430. Nel ruolo di maestro, esorto gli uomini a vivere secondo gli insegnamenti del cristianesimo per raggiungere la salvezza. 

Presentatore: Perché si parla di invasioni-migrazioni? 

Orienzio: Per molto tempo gli storici dell’ Europa latina hanno definito questi movimenti come invasioni barbariche. La storiografia di tradizione tedesca, invece, mette l’accento sul fatto che si trattò di un vasto movimento di popoli più arretrati alla ricerca di migliori condizioni. Le diverse interpretazioni mettono in evidenza gli opposti punti di vista: di chi subì questi eventi e di chi ne fu parte attiva. Resta il fatto che gli spostamenti delle popolazioni barbariche erano guidati dai guerrieri e furono condotti spesso con violenza e sopraffazione; si può quindi dire che si trattò di invasioni-migrazioni.

Presentatore: Va bene, adesso intervisteremo i re Teodosio II e Attila che hanno “condiviso”, nonostante l’ appartenenza a fazioni opposte, molte azioni politico-militari.

Attila: Esattamente, perciò vorrei cominciare col dire ch-

Teodosio: Oh, ma davvero? Prima parlo io! Allora, devi sapere che nella parte orientale dell’ impero il pericolo dei barbari era meno drammatico.  Nel 408, alla morte di  mio padre Arcadio, salii al trono sotto la tutela di mia sorella e di mia madre. Durante il mio regno l’ impero fu più volte minacciato e attaccato dai seguaci di questo baccalà. (indica Attila)

Attila: Ma stai zitto, sono stato un capo di notevoli qualità,  sono riuscito a coalizzare un gran numero di popolazioni nomadi e a creare un forte impero che aveva il suo centro nelle attuali Ungheria e Ucraina. 

 

 

 

 

Il Colore dell’ Astoria (seconda parte)

Presentatore: Per prima cosa cominceremo mettendo a confronto rispettivamente il primo e l’ ultimo storico ad aver scritto un libro sul cristianesimo e la sua diffusione nell’ impero. Signor Eusebio, sarebbe così gentile da darci qualche informazione sulla sua vita? 

Eusebio: Ma certamente! Mi chiamano Eusebio da Cesarea perché è lì che sono nato, nel lontano 265 d.C. Oltre che come scrittore, mi conoscono per aver rivestito la carica di vescovo. Fui allievo di Panfilo nella scuola teologica di Cesarea; riuscii a sfuggire alla persecuzione anticristiana di Diocleziano e nel 313 fui nominato vescovo. Il mio approccio alla concezione di Trinità, allora molto diffusa in Siria, mi portò a diventare amico di Ario, un predicatore alessandrino. Nel 318 Ario fu scomunicato dal patriarca Alessandro e lo accolsi presso di me. Nel 325 partecipai al Concilio di Nicea proprio per difendere le convinzioni religiose del mio amico, che nel frattempo erano diventate anche le mie.

Presentatore: Cosa ci può dire della sua opera?

Eusebio: Nella “Storia ecclesiastica” presento la storia della Chiesa dal tempo degli apostoli fino al IV secolo, nel quale l’opera è stata pubblicata. Nel primo libro ho inserito una dettagliata introduzione su Gesù, poi ho proceduto secondo le epoche degli imperatori.

Presentatore: Grazie, Eusebio. Marcellino, adesso è il suo turno, ci parli di lei.

Marcellino: Dunque, io sono nato ad Antiochia di Siria nel 330 d.C. 

Presentatore: Nella sua opera lei si autodefinisce <militare e greco>, ma si è sempre sentito profondamente romano…

Marcellino: Sono convinto come pochi riguardo alla missione civilizzatrice di Roma e del suo impero. Entrai nell’ esercito molto giovane, sotto l’ imperatore Costanzo II e venni distaccato alle dirette dipendenze di Ursicino, governatore di Nisibis, in Mesopotamia.  Quando lasciai definitivamente il servizio militare, intorno al 380, mi trasferii a Roma. Qui passai il tempo ad occuparmi della mia opera.

Presentatore: Il suo capolavoro costituisce la fonte più affidabile in relazione a quel periodo storico…

Marcellino: I miei libri sono noti sia con il titolo latino di “Res Gestæ” che con quello italiano di “Storie”. In essi vengono prese in esame le vicende dell’impero romano dall’ ascesa di Nerva, avvenuta nel 96, alla morte di Valente nella battaglia di Adrianopoli nel 378. Tale storia doveva costituire la continuazione del lavoro portato a termine circa tre secoli prima da Tacito. Le Res Gestæ originariamente si articolavano in 31 libri, ma i primi 13 sono andati perduti. QUANTO RISPETTO PER IL LAVORO DEGLI ALTRI EH?

Momigliano: Ehi, non ti scaldare! Sono passati secoli e secoli, cosa ti aspettavi? Non sono tantissime le opere degli antichi giunteci complete!

Marcellino: È facile parlare per te, che sei vissuto nel secolo scorso! Io mi sono spaccato la schiena per scrivere 31 libri, un po’ di accortezza non fa male a nessuno.

Momigliano: CHE COSA VORRESTI DIRE? CHE POICHÉ SONO VISSUTO NEL ‘900 SAREI INFERIORE?

Il Colore dell’ Astoria (prima parte)

TALK SHOW: “I  COLORE  DELLA  STORIA

PERSONAGGI:

Eusebio di Cesarea

Ammiano Marcellino

Orienzio

Teodosio II

Attila

Arnaldo Momigliano

PRESENTAZIONE

Presentatore: (con enfasi) Buonasera e benvenuti a questa nuova puntata di “Il Colore della Storia”! Questa sera parleremo dei più importanti avvenimenti del periodo compreso tra il III e il V secolo d.C.

Abbiamo invitato sei dei più celebri personaggi dell’epoca per farci dire di persona come sono andate le cose. Sei, tra re e storiografi, ci racconteranno tutto ognuno secondo il proprio punto di vista.

Ed ora ecco a voi gli ospiti! (applausi)

Prego, accomodatevi (li fa accomodare)

Vires et mulieres, diamo il benvenuto a…

-EUSEBIO DI CESAREA !!! (applausi)

-AMMIANO MARCELLINO !!! (applausi)

-ORIENZIO !!! (applausi)

-SUA MAESTÀ TEODOSIO II !!! (applausi)

Teodosio:  (con aria superiore) Grazie, grazie, miei sudditi…

Presentatore: Vostra maestà, se permette, le ricordo che il suo regno è terminato da un pezzo!

Teodosio:  (assumendo questa volta un’ aria seccata) Umpf!

Presentatore:  (riprende il tono di enfasi) ATTILA, FLAGELLO DI DIO!!!

Attila: Bada a come parli, vandalo!

Presentatore: AH AH AH Vandalo a me! Senti chi parla!

Attila si alza e guarda il presentatore con sguardo minaccioso

Presentatore: Ehm, sì cioè, volevo dire VI PRESENTO ATTILA, CAPO DEGLI UNNI!!! (applausi)

Attila si calma e si siede di nuovo

Attila: Così va meglio.

Presentatore: E infine, lo studioso che si è occupato di rintracciare le cause della fine dell’impero romano, vissuto in un’epoca più vicina a noi, precisamente nel XX secolo, ecco a voi Arnaldo Momigliano!!! (applausi)