Presentatore: Per prima cosa cominceremo mettendo a confronto rispettivamente il primo e l’ ultimo storico ad aver scritto un libro sul cristianesimo e la sua diffusione nell’ impero. Signor Eusebio, sarebbe così gentile da darci qualche informazione sulla sua vita?
Eusebio: Ma certamente! Mi chiamano Eusebio da Cesarea perché è lì che sono nato, nel lontano 265 d.C. Oltre che come scrittore, mi conoscono per aver rivestito la carica di vescovo. Fui allievo di Panfilo nella scuola teologica di Cesarea; riuscii a sfuggire alla persecuzione anticristiana di Diocleziano e nel 313 fui nominato vescovo. Il mio approccio alla concezione di Trinità, allora molto diffusa in Siria, mi portò a diventare amico di Ario, un predicatore alessandrino. Nel 318 Ario fu scomunicato dal patriarca Alessandro e lo accolsi presso di me. Nel 325 partecipai al Concilio di Nicea proprio per difendere le convinzioni religiose del mio amico, che nel frattempo erano diventate anche le mie.
Presentatore: Cosa ci può dire della sua opera?
Eusebio: Nella “Storia ecclesiastica” presento la storia della Chiesa dal tempo degli apostoli fino al IV secolo, nel quale l’opera è stata pubblicata. Nel primo libro ho inserito una dettagliata introduzione su Gesù, poi ho proceduto secondo le epoche degli imperatori.
Presentatore: Grazie, Eusebio. Marcellino, adesso è il suo turno, ci parli di lei.
Marcellino: Dunque, io sono nato ad Antiochia di Siria nel 330 d.C.
Presentatore: Nella sua opera lei si autodefinisce <militare e greco>, ma si è sempre sentito profondamente romano…
Marcellino: Sono convinto come pochi riguardo alla missione civilizzatrice di Roma e del suo impero. Entrai nell’ esercito molto giovane, sotto l’ imperatore Costanzo II e venni distaccato alle dirette dipendenze di Ursicino, governatore di Nisibis, in Mesopotamia. Quando lasciai definitivamente il servizio militare, intorno al 380, mi trasferii a Roma. Qui passai il tempo ad occuparmi della mia opera.
Presentatore: Il suo capolavoro costituisce la fonte più affidabile in relazione a quel periodo storico…
Marcellino: I miei libri sono noti sia con il titolo latino di “Res Gestæ” che con quello italiano di “Storie”. In essi vengono prese in esame le vicende dell’impero romano dall’ ascesa di Nerva, avvenuta nel 96, alla morte di Valente nella battaglia di Adrianopoli nel 378. Tale storia doveva costituire la continuazione del lavoro portato a termine circa tre secoli prima da Tacito. Le Res Gestæ originariamente si articolavano in 31 libri, ma i primi 13 sono andati perduti. QUANTO RISPETTO PER IL LAVORO DEGLI ALTRI EH?
Momigliano: Ehi, non ti scaldare! Sono passati secoli e secoli, cosa ti aspettavi? Non sono tantissime le opere degli antichi giunteci complete!
Marcellino: È facile parlare per te, che sei vissuto nel secolo scorso! Io mi sono spaccato la schiena per scrivere 31 libri, un po’ di accortezza non fa male a nessuno.
Momigliano: CHE COSA VORRESTI DIRE? CHE POICHÉ SONO VISSUTO NEL ‘900 SAREI INFERIORE?